
Mi chiedono gli amici se ho paura, sì che ho paura e tanta.
Svegliandomi la mattina mi chiedo se ne usciremo e quando sarà possibile buttarsi tutto alle spalle.
La storia ci racconta di tante pandemie nel corso dei secoli, anche la “spagnola” che un secolo fa coinvolse tutto il mondo. Ho letto di morti, milioni di morti, mi è stato raccontato dai miei nonni, anche se loro non furono contagiati, era per me un episodio marginale.
Oggi che sto in casa, leggo ascolto i vari notiziari, ascolto le telefonate che mia mamma fa con le mie sorelle, amiche, sorella e conoscenti, lei ha un suo ragionamento semplice, che viene fuori dalla sua capacità di vedere le cose in maniera lineare, non vede complotti, non si lamenta, ma dice solo: “Questo è un monito per tutti, ci viene data una lezione, perché si possa rimettere a posto le cose”. Ovviamente parla di Dio, dicendo un’altra sua verità: “Qualcuno c’è lassù, e ci sta dando una lezione e riemetterà le cose a posto”.
La invidio un po’, io non ho questo modo di ragionare, e mi ritrovo a pensare a quello che si può fare a come si può migliorare nel nostro quotidiano e in noi stessi.
Abbiamo dimenticato la percezione del tempo, facendone un nemico personale, dimenticandoci che il tempo è un prezioso alleato. Oggi chiusa in casa, scelgo con cura ciò che fare, e soprattutto osservo il tempo che passa identico, secondo per secondo e mi basta. Forse è ora, ora che siamo qui in questa guerra di sopravvivenza, di lasciare indietro quelle fittizie priorità che mi ero imposta. Non è essere di fretta che mi fa vivere appieno la vita.
Fioralba Focardi
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