Ivan- Giovedi-Tra due anime un destino

Giovedì

Si sveglia nervoso, apre la finestra e guarda la pioggia scendere fine e noiosa. Avrebbe voluto svegliarsi con il profumo di Giada sulla pelle, e invece ha solo la pioggia a fargli compagnia.                                                                                       

Non vede l’ora di prendere possesso dell’appartamento che ha affittato, nel pomeriggio andrà a firmare il contratto e poi, seguirà la sua deliziosa ossessione.

 Non ha voglia di andare in ufficio, ma deve, e si prepara. Scende in sala per fare colazione non ha un ombrello, si fa chiamare un taxi, chiede che per l’indomani gli preparino il conto.

 Il taxi lo lascia davanti all’ufficio, sente la noia che sale sempre più, sospira ed entra.

 La segretaria è già arrivata, gli porta dei documenti che sono arrivati il giorno precedente quando lui era già fuori, e chiede l’ordine del giorno. Ivan la congeda con:”La chiamo fra cinque minuti grazie”.

Carla esce con una smorfia:”Insopportabile,” borbotta mentalmente, ma fa buon viso a cattivo gioco, con Ivan De’ Fazzi non si scherza!

Si mette alla scrivania e legge le mail che le sono state inviate da girare poi al suo capo; non c’è niente che possa far comprendere ciò che passa nella testa dell’uomo, sicuramente, tutto quello che è dietro al suo arrivo a Firenze è inviato direttamente alla mail personale di Ivan. Erano altri tempi quando c’era il suo Uomo a fare il capo, quante volte la chiamava con una scusa e facevano l’amore sulla scrivania. Poi parlavano dei progetti, e di come avrebbero fatto una bella vita quando sarebbero andati in pensione, forse anche prima. Non sapeva però che Fabio la stava manovrando per fare i suoi interessi. Stanno ancora insieme, lui ora è agli arresti domiciliari. Carla sa che quando tornerà libero se ne andrà. Ma intanto vive la falsità della situazione. Un giorno piangerà, ora ha una finta storia, e le va bene così.

Ivan la distoglie dai pensieri, si presenta nel suo ufficio per le disposizioni della giornata lavorativa, poi lui la congeda con un secco: “Appena arriva il signor Mecacci mi avvisi”.

Erminio Mecacci è il primo dei sette dirigenti che ascolterà per risolvere la questione di cui si deve occupare. Nel primo colloquio corale, non gli ha dato l’impressione di una persona che avesse colpe nelle problematiche che erano state riscontrate nella sede fiorentina della società, ma non si è mai certi degli individui finché non si scava a fondo alla loro onestà, pensò con rammarico.

Quando Carla lo avverte dell’arrivo dell’uomo, è pronto, freddo e distaccato è il dirigente che tutti temono, si alza stringe la mano, con una stretta forte e poderosa e fa accomodare il Mecacci, che ricambia la stretta, i due Uomini si osservano un attimo, nessuno dei due abbassa lo sguardo, ma il volto del Mecacci è pallido.

“Vedremo!” Pensa Ivan, “Vedremo!” 

Dopo due ore di colloquio congeda l’uomo, e si appresta a mettere giù la sua relazione, poi se la rileggerà con calma per riflettere con i fatti che gli erano stati esposti prima della partenza da Roma.

 Chiede a Carla di portargli un caffè, e poi continua il suo lavoro, le telefonate non passano mai dall’ufficio ma dal suo cellulare, per ora è tutto da tenere sotto controllo.

Le tredici arrivano velocemente, e si avvia all’appuntamento con Giancarlo, l’impiegato dell’agenzia immobiliare; ha con sé tutti i documenti, vuole firmare subito. Ha un’idea e vuole avere casa subito. Sorride a quella scintilla di romanticismo che si è intrufolata nella sua mente. Vuole una casa per stupire Giada e se ci sarà una prima volta: non vuole portarla in una stanza d’albergo anche se a cinque stelle.

Firmano i documenti, le chiavi adesso le ha in mano.

Ma non ha tempo di andare subito all’abitazione, ci andrà dopo aver seguito quel piccolo tarlo chiamato Giada.

Pranza velocemente, e si apposta: ed eccola uscire, sorride nel vederla camminare verso piazza del Duomo: “È bella,” pensa, “oppure a vederla bella è l’effetto che fa a me?” Non lo sa, e non lo vuole sapere, si sorprende a immaginare i suoi movimenti, ormai la conosce abbastanza bene, potrebbe scommettere su alcuni gesti, tipo toccarsi i capelli, guardare in alto, sorridere a qualche passante con un cane o ai bambini, la tenerezza che mette in quei sorrisi.

Si sta innamorando Ivan, e se ne rende conto: “Speriamo di non farsi troppo male!” Sospira.

Piazza della Repubblica è semi deserta, ha paura di farsi scorgere: non sa se si ricorda di lui, ma ci spera, forse è solo un’illusione, una vaga speranza dettata dal cuore. Entra nel primo locale che trova ci sono i tavoli all’aperto e si siede in maniera che possa guardare la piazza, ma senza farsi notare. La guarda muoversi con il naso all’insù, fermarsi davanti alla giostra che sta nel centro della piazza, riesce a seguirla anche quando si ferma al bar all’angolo opposto a prendersi un Tè con i pasticcini, avrebbe voglia di raggiungerla chiederle: “Si ricorda di me bella signora?”

Ma non è ancora il momento, frena l’impazienza, si sente come una musica rock, forte e tenero allo stesso tempo. Avrebbe voglia di prenderla in braccio e portarla lontano da quella piazza, falle provare emozioni che non ha mai provato. Le stesse emozioni che ha scordato lui.

 Il tempo è grigio e uggioso, il cameriere ossequioso, porta l’aperitivo con degli stuzzichini, non ha voglia di niente se non seguire Giada nei suoi spostamenti.

La seguirà fino a casa ormai sono quattro giorni che lo fa, si sente un fedele guardiano. Poi tornerà in centro per andare alla casa, il giorno successivo vuole trasferirsi, per ora terrà i mobili forse, e si lascia sfuggire un leggero sorriso. Ci vuole portare quella creatura, sperando che lei gli dica sì. Giada lascia il locale, e si avvia verso la stazione, come sempre si guarda intorno ha lo sguardo smarrito.

“Chissà cosa pensa, chi aspetta o cerca”. Le sembra triste, forse delusa, quasi sull’orlo delle lacrime, passa un giovane filippino con delle rose, lo ferma e compra tre rose rosse, chiede di darle alla donna: “Non dirgli assolutamente che sono stato io a mandarle le rose, fai in modo che sia una sorpresa senza svelarle la mia persona”. Il ragazzo sorride annuisce, Ivan gli lascia cinquanta euro, certo che eseguirà la sua richiesta.

Il ragazzo fa la consegna, Giada rifiuta le tre rose rosse con fare deciso e gentile, sorridendo cerca di rendere i fiori al giovane, ma lui insiste e senza darle modo di replica le rimette in mano le rose e scappa via, lei lo ringrazia, la sente gridargli grazieee, non ti ho detto nemmeno…la voce diventa sempre più sottile, mentre l’altro ormai è già sparito velocemente.

Ivan sente salire un emozione nuova, una tenerezza che non provava da tempo, Giada è rimasta stupita, si è emozionata, e lasciata sopraffare da quel gesto. Sorridendo si avvia verso casa, seguita da Ivan soddisfatto e sornione.

Pensa a come è cambiato, come si sente diverso e stralunato in pochi giorni , seguire una donna conosciuta per caso, e si stupisce ancora che sia proprio lui a fare tutto questo. La guarda entrare in casa, poi se ne torna in centro, le mani in tasca, ha voglia di cantare mentre si avvia verso la nuova casa che sta aspettando di essere abitata.

Quando infila le chiavi nel portone si sente appagato, quasi sopraffatto da una nuova sensazione. Gira per le stanze, ora può farlo tranquillamente, con Giancarlo ha concordato che avrebbe mandato una donna per le pulizie, l’indomani mattina, così che la sera avrebbe potuto entrarci definitivamente. Vuole solo modificare il salone e la camera da letto, quella che c’è ha dei dettagli che non lo soddisfano.

Il letto rimarrà tale e quale, la biancheria no, quella è ordinaria e dozzinale, vuole qualcosa di più raffinato, ha visto vicino a dove lavora Giada un elegante negozio di biancheria si fermerà lì a comprare qualcosa di suo gusto. Per il salone forse dovrà attendere, forse chiederà a quella streghetta di Giada di aiutarlo a renderlo magnifico, sempre che lei ne diventi regina.

Agisce e pensa come se la donna avesse già accettato il suo amore, come se lei cammini già al suo fianco. Non comprende quella sua concreta certezza, ma è convinto che Giada sarà la sua donna.  Guarda fra i cd che musica c’è, molto country e rock tipico dei proprietari americani. Dovrà fare altri acquisti, pensa che il venerdì pomeriggio dovrà darsi da fare e tanto, se per sabato vuole fare quella benedetta sorpresa.

“Che follia è mai questa?” Lo dice a voce alta, “è follia pura, ma ormai sono impazzito e se devo farlo facciamolo per bene! “

Sono le otto di sera, esce dalla casa e si avvia verso Ponte Vecchio, l’aria è cambiata l’orizzonte sull’Arno è tendente al rosa e arancio, fra gli azzurri che si scompongono mentre gli ultimi raggi del sole, rendono l’acqua di un dorato tremolio. In Hotel paga il conto, chiede se è possibile recapitare i suoi bagagli al nuovo indirizzo, sa che la mattina ci sarà Giancarlo e la donna delle pulizie, pagati profumatamente entrambi per rendere linda e profumata quella che sarà la sua casa, per un tempo indefinito.

Detesta i soldi, non gli mancano, ci lavora ogni giorno e vede come rendono le persone avide e melliflue, quando vedono possibilità di guadagno. Tutti dicono sì alle sue richieste, che vengono pagate più del dovuto. Non che si comporti sempre così, ma ora ha necessità di fare tutto in fretta, e sa che l’unico modo è pagare più del necessario. Una volta in camera si spoglia, una doccia, e poi prepara i bagagli sorridendo e con in mente una melodia in testa, che lo fa ridere quando si guarda allo specchio, era tanto che non stava così bene anche con sé stesso. Quando ha finito, si concede un drink preso dal frigo bar, soddisfatto si stende sul divano e si lascia ai sogni, si addormenta per svegliarsi alle tre, solo perché il braccio gli fa male, va in camera e ricade nel suo sogno, oramai così ricorrente Giada, tante Giada che gli sorridono.

Un tempo le sue notti erano popolate da incubi, il pensiero è mutato, come il vento ha cambiato direzione, ora forse può riprendere a vivere.

Fioralba Focardi

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