
Venerdì
La mattina inizia all’insegna del buon umore, anche se ha dormito quasi sempre sul divano e ha la schiena un po’ indolenzita.
Un messaggio di Giampiero che gli comunica di essere insieme alla signora delle pulizie, sono già al lavoro nella sua nuova casa, lasceranno il letto disfatto come ha chiesto, anche se non capisce bene il perché.
Ivan risponde mentre fa l’ultima colazione in albergo che va tutto bene e che al letto ci penserà lui. Il fattorino dell’Hotel ha preso in consegna i bagagli che stanno già avviandosi alla nuova destinazione.
Questa cosa lo fa sentire bene, un nuovo inizio in una cornice magnifica a cui spera di dare una dolce figura come opera d’arte. Non si riconosce: “Ma sono proprio io che pensa queste cose?”
Non ha risposte sensate da darsi, solo un sorriso che dice a chi lo osserva che è un uomo innamorato.
In ufficio arriva con dieci minuti di ritardo, con grande sorpresa di Carla, che soddisfatta pensa “È umano!”
Ivan la guarda appena, ma lei lo vede bene quello sguardo che ha quella mattina, uno sguardo dolce di uno innamorato, pensa fra sé e se, eppure non ci sono chiacchiere su di lui, ma forse sarà bene tenere gli occhi aperti e le orecchie attente, forse un po’ di gossip su di lui potrebbe farlo scendere a umane sembianze.
Quel sorrisetto della donna non è sfuggito a Ivan, soddisfatto che si sia scoperta la chiama con gentilezza in ufficio: “Carla cortesemente potrebbe raggiungermi nel mio ufficio?”
La donna stupita senza rispondere entra velocemente: “Eccomi Dottor De’ Fazzi dica”.
Ivan imperterrito mantiene quel sorrisetto, le da gli incarichi della giornata, avrebbe potuto inviarglieli per e-mail ma lo diverte troppo metterla in soggezione, quando la donna sta per uscire la richiama: “Carla per caso la cravatta non s’intona con l’abito? Ho visto uno sguardo stupito sul suo volto quando sono entrato, forse non le piace? È per questo?”
La donna si fa peperone, si rende conto che quell’uomo la sta osservando, che la sta tenendo d’occhio, e sa che prima o poi toccherà a lei sedersi davanti a lui sotto una serie di domande. ” No! Assolutamente no Dottore, stavo pensando ad altro quando è entrato, mi scusi se le ho dato l’impressione di…”
“Tranquilla” la interrompe Ivan senza farla finire di parlare, “ Carla, è tutto apposto, grazie, può far entrare Giannotti fra 10 minuti”.
Quando la segretaria esce, scoppia a ridere, l’ha messa a posto con solo due battute, forse ora ci penserà a pensare che lui…
Giannotti arriva tutto sudato, ha la faccia contratta di uno che ha una fifa blu addosso, stringe la mano di Ivan senza troppa convinzione, e questo è già un punto a suo sfavore, le domande che Ivan gli pone lo mettono sempre più a disagio, quasi sulla difensiva, e quando alla fine Ivan gli chiede dei suoi rapporti con Marco Santucci, l’uomo s’impappina nella risposta. Lo congeda, con un sorrisetto sarcastico sul volto: “Ecco uno di quelli che sapevano, e di sicuro ha avuto qualche favore in cambio”.
Giannotti esce con lo sguardo vitreo e guarda Carla scuotendo la testa, come per dirle siamo nei guai. Marco Santucci è l’uomo di Carla e Giannotti lo sa, in quella sua espressione ha cercato di metterla sull’avviso.
Il tempo è volato, sono l2 e 38, vuole uscire di lì, deve sbrigare delle commissioni, per la nuova casa. Chiama Carla, la donna arriva incerta sui suoi passi, non sa cosa aspettarsi: “Carla”, le dice con gentilezza, “io esco, ci vediamo lunedì mattina, se vuole può prendersi anche lei il pomeriggio libero, è stata una settimana pesante per entrambi e un po’ di riposo in più non guasta, che ne dice?”
La donna stupita di tanta gentilezza, non spiccica parola, annuisce e accenna un sorriso farfuglia un grazie, e corre via, felice di andarsene e lasciare l’ufficio, far passare la tremarella davanti a un buon pranzo senza assilli di un rientro.
Quando esce, Ivan ha sempre quel sorrisetto che ha messo in confusione la sua segretaria: e ne è soddisfatto!
Quando esce, Ivan ha sempre quel sorrisetto che ha messo in confusione la sua segretaria: e ne è soddisfatto! La donna non gli piace, e la brutta impressione che ha avuto quando è entrato martedì in sede si è concretizzata durante i giorni successivi; l’ha osservata e il suo modo di sfuggire lo sguardo, l’atteggiamento poco incline a collaborare, ha dato modo di concretizzare i suoi sospetti, alla fine toccherà anche a lei, sedersi di fronte a lui.
Si reca al negozio dove vendono biancheria per la casa, lo ha notato quando aspetta Giada, guarda ciò che hanno in esposizione: “Vediamo se all’interno hanno ciò che vorrei, gli oggetti saranno all’altezza dei prezzi esposti?” Se lo chiede mentre entra bel negozio.
La commessa lo guarda con attenzione e ammirazione, quando entra in qualsiasi luogo, Ivan fa quell’effetto a tutte le donne, non ha quella bellezza classica, ma la sua bellezza è nell’insieme, alcuni tratti irregolari che rendono piacevole il volto, un bel portamento, un bel fisico e soprattutto uno sguardo magnetico.
Ivan spiega ciò che desidera, e la commessa si fa in quattro e anche in sei pur di accontentarlo: “Vorrei delle lenzuola di seta”.
“Abbiamo una vastità di parure di seta, se vuole seguirmi le mostro i vari colori e anche le tipologie di tessuti”.
Per Ivan sono una coppia di pezzi di stoffa più o meno pregiata da mettere sul letto, ma in quel frangente vuole qualcosa di bello, che possa rendere ciò che sta creando qualcosa di indimenticabile, per Giada ma anche per lui.
Non vuole discutere con la giovane ragazza sorridente, e la segue nell’angolo delle parure. La colori mostra i colori, e le varie stoffe ne vede così tanti che ha l’imbarazzo della scelta, e rimane titubante: “Vorrei qualcosa di azzurro”.
La commessa deposita sul banco varie tonalità di azzurri, ma sceglie una parure color azzurro intenso, che la commessa lo definisce britt blue, è il suo colore preferito, e lo sceglie, la bellezza è nella stoffa. Il suo sguardo è attirato da un colore, che in quei giorni ha visto molto spesso indossato da Giada, un ocra chiaro,è una tonalità più dorata, ma è il colore di Giada e prende anche quello; chiede anche delle spugne compresi gli accappatoi nelle tonalità dei colori delle lenzuola, alla richiesta della taglia femminile, lo sguardo di Ivan si fa incerto: “Oddio e ora?”
Si gratta il mento, come se fosse in una situazione incerta, poi da un’occhiata alla ragazza che ha di fronte, è alta come Giada, anche se indossa i tacchi, forse Giada è un po’ più in carne, e chiede: “Lei che taglia indossa?”
La ragazza stupita risponde: “La quarantadue”.
“Allora la quarantaquattro grazie”, risponde con un sospiro di sollievo, sperando di averci azzeccato.
“Una sopra coperta non le interessa? Posso mostrarle qualcosa che possa intonarsi alle lenzuola per entrambi i colori che ha scelto”.
Non aveva pensato a questa cosa della sopra coperta come l’ha chiamata la commessa: “Sì,Sì grazie!”
Paga il conto, e chiede se possono recapitare il tutto al suo appartamento.
Chiama Giampiero che è ancora all’appartamento insieme alla donna che ha chiamato per pulire casa: “Arriverà un pacco con la biancheria, se avete tempo potreste per favore, mettere le lenzuola blu sul letto?”
L’uomo lo avvisa che i suoi bagagli sono arrivati e sono già nella camera più piccola, così lui potrà disfarli con comodo. Si salutano, e Ivan decide di andare a pranzo.
Si sono fatte le due o poco più si ferma da Eataly poco distante dal palazzo dove lavora Giada.
Gli viene in mente che in casa non ha niente, fa una lista e compra qualcosa da mettere in frigorifero: “Anche la spesa per almeno un giorno è fatta, poi domani vedrò come si evolve la situazione.” E fa inviare tutto a casa.
Soddisfatto, si siede a un tavolino all’aperto e ordina leggero pranzo, e aspetta tranquillamente le 16 in attesa della sua Giada.
“Chi lo avrebbe mai detto che avrei fatto il segugio arrivato a Firenze?Fosse il male del segugio, ho comprato, affittato, e senza sapere se quella donna mi dirà di si! Forse sono matto, o ho preso un virus molto pericoloso!” “
Quando Giada esce ha un moto di tenerezza, la vede sempre con quell’espressione: quella di una che aspetta qualcuno.
“Ma chi aspetterà mai? “Perché si guarda sempre intorno? E se ha qualcuno in mente, cosa combino?”
E per un attimo si scoraggia, quella prospettiva non l’aveva presa in mente, forse Giada ha un amore che spera di rivedere.Scarta quell’idea, cerca di dribblare l’insicurezza come un terzino lanciato all’attacco. Non ci vuole pensare per il momento.
Aspetta che gli passi davanti, e poi la segue, verso piazza del Duomo, la vede entrare al Battistero, non ha pensato ai biglietti, e quello lo mette in ansia: “Se poi la perdo?”
La sua espressione e la riflessione che ha fatto a mezza voce non sfuggono a una donna poco distante da lui, parla all’uomo al suo fianco che gli si avvicina. Il signore sulla settantina gentilmente si scusa: “Ho sentito le sue parole e forse posso aiutarla, ho due biglietti per entrambi i monumenti, la giornata per me e mia moglie è stata pesante, e non abbiamo forze per finire il giro turistico, se vuole sono suoi”.
Ivan stupito per quel colpo di fortuna accetta e acquista i biglietti, la coppia non vorrebbe i soldi, ma lui non accetta un rifiuto, e tutti e tre alla fine sono soddisfatti.
Ma il Battistero non è proprio così grande, e rischia di farsi vedere da Giada: “Come posso fare?”
C’è un ambulante che vende anche cappelli, e ne compra uno, se lo piazza in testa ed entra tranquillamente nel luogo sacro.
Il Battistero lo lascia senza fiato, eppure lui è abituato ai monumenti quasi imponenti di Roma, ma in quello scrigno oltre a tanta religiosità, forse perché così racchiuso si respira le memorie dei grandi artisti che hanno creato quelle meraviglie. In uno dei tomi del padre, ricorda di aver letto la storia di questo monumento, controversa per certi versi, i pareri discordi di vari studiosi sulla sua costruzione, molte teorie che messe a confronto si scontrano le une con le altre. Alla fine dell’Ottocento in alcuni scavi, furono trovati dei resti di domus romane, con pavimenti a mosaico di forma geometrica. Tutto questo, porta ancora a discussioni, anche se ultimamente la teoria del Tempio dedicato a Marte, prende piede fra gli studiosi dell’arte. Sa che il luogo sacro era adibito a fonte battesimale per i cittadini due volte all’anno, e anche per l’investitura dei cavalieri, come cita Dante in un passo del Paradiso della sua Divina Commedia.
I pensieri si interrompono, Giada sta prendendo l’uscita.
Escono entrambi e la donna si ferma davanti alla Porta del Paradiso, la vede fotografare due turisti, che poi ricambiano il favore, così la fotografa anche lui: “Che male c’è?” Si dice sempre più preso dalla donna.
S’infila nel Duomo, e come lei si lascia sopraffare dalla bellezza del luogo.
In effetti la navata è immensa, e vi si respira davvero non solo la sacralità del luogo, ma anche i respiri dei vari artisti che hanno operato lì. Si ferma incantato nel gesto della donna che come una bambina alza lo sguardo in alto e allarga le braccia, restando ferma a guardare l’interno della cupola; chissà quali ricordi si celano dietro quel gesto? Ha occhi solo per quella figura che si muove leggera fra i vari leggii esposti con la descrizione delle opere, non ha voglia di perderla di vista, ora il suo capolavoro è lei, e non vuole perdere nemmeno un attimo di quella visione.
Ivan si rende conto che ha un problema logistico, si chiede l’indomani come farà a seguirla, non può certo passare la notte sotto casa sua come un barbone! Deve trovare un modo, e mentre pensa questo Giada si avvia all’uscita guardando l’ora, ma invece che prendere la solita strada si dirige verso una stradina dietro al Duomo, e s’infila in un bar con i tavolini all’aperto. Fortuna vuole che due siano vuoti e vicinissimi fra loro.
Aspetta che Giada si sieda e con una velocità da centometrista si fionda a sedere al tavolino rimasto vuoto, lei non si accorge di niente, e Ivan sospira soddisfatto, quando il cameriere si avvicina a lui, chiede ciò che ha preso la donna al suo fianco, è così vicino alla donna che ha sentito ciò che ha chiesto al cameriere,
Sedersi vicino è una tattica per rendersi conto se riesce a sentire la sua voce, spera che qualcuno la chiami e che lei sveli alla sua incertezza cosa farà l’indomani. Infatti, il cellulare squilla, e sente Giada parlare concitatamente con qualcuno che deve essere insistente. Lei da spiegazioni su ciò che farà l’indomani, la sente dire che deve finire un acquerello e che lo deve consegnare nella mattinata, quando riattacca ha il volto corrucciato, e dice a voce udibile: “Sarò libera di andarmene per i fatti miei? E se voglio salire sul campanile e sulla cupola, saranno sempre fatti miei? Non capisco perché devo dare spiegazioni se non mi va di andare al mare, uff..”
Ivan comprende che la consegna è una scusa, ma gli mancano altri dettagli: “A che ora uscirà?” Si chiede, se non lo scopro cercherò di essere sotto casa sua verso le nove pensa, mica uscirà alle sette, lo spero, ma poi gli passa per la mente un’altra idea. “Pensaci bene”, si dice “vuole salire sul campanile, lo ha citato per primo, quella è la sua meta, caro mio!” Batte un dito sul tavolino soddisfatto. Non ha bisogno di correre sotto casa sua: “Farò meglio sarò in piazza alle nove, di sicuro non sarà così affollata a quell’ora e cercherò un posto strategico, per osservare il suo arrivo, dalla stazione non può che arrivare dalla parte del Battistero”.
Soddisfatto risponde anche lui al cellulare, si è dimenticato Giampiero e la donna che stanno aspettando lui, per essere pagati.
Per quella sera non la seguirà a casa, deve finire di preparare la cornice per il giorno dopo.
Si scusa con Giampiero e dice che mezz’ora al massimo sarà da loro. Giada si volta si guarda attorno, come se avesse percepito il suo sguardo, e Ivan prontamente alza leggermente il giornale, l’unico modo per non farsi scorgere dalla donna.
Giada paga il conto si alza e se ne va verso Piazza del Duomo, continuando a guardarsi intorno, lui a malincuore imbocca la strada per andarsene verso Ponte Vecchio e la sua nuova casa, lo stanno aspettando.
Ciao mia Giada a domani.