
Ho sognato! Ho sognato che ero in Piazza della Signoria, piena di persone, come avveniva prima della quarantena, e…mi arrabbiavo perché era troppo affollata.
Oddio, meglio scendere dal letto, dove ho messo le ciabatte, zoccoletti, che ho camminato scalza stanotte? Oppure li ho lanciati alla folla che stava in piazza?
Caffè altrimenti mi metto a sbraitare, devo prendere il caffè, scalza mi avvio in cucina, non vado sotto il letto mi fa male la schiena, e che cazzo… oggi la vedo dura a far passare la giornata.
Cambio di tende, pulisco i vetri, rispolvero il salotto, e ciondolo come un automa. Tra pochi giorni è Pasqua e io sto chiusa in casa, mi manca mio figlio, ho voglia di abbracciarlo, non ci manca che mi metto a piangere.
Poi mi manchi tu, e questo è un altro pensiero che mi fa star male, mi manchi sempre questo è certo, siamo una storia diversa, sei la mia poesia centrata in pieno petto, con tutte le sfaccettature di una storia fantastica.
Meglio tacere, meglio non pensare…ma ti penso.
La mattinata è passata, ripenso al sogno, e alle mie intemperanze con la gente in piazza, come vorrei essere ora in piazza in mezzo al casino, adatterei anche l’andatura, un passo per volta.
Nemmeno lo Scoppio del Carro quest’anno, è dal 1100 su per giù che esiste, ha tutta una sua storia, ma quest’anno non si fa…non credo alla superstizione dell’anno bisestile, io sono nata in un anno bisesto, e mica posso pensare che “mi è andata male”. Sto corona virus però è un flagello.
Ora metto lo smalto, lo metto viola o rosso cupo? Ambarabacciccicoccò a che colore toccherà?
Ho messo Yakuro, e mi rilasso.
Vago.
Spensierati pensieri si affollano nella mente, ballo scalza su di un prato verde, tanti fiori colorati, nel sole di una primavera che è sbocciata in tutto il suo splendore.
Non svegliatemi dal mio torpore, voglio restare così, per oggi almeno che domani ho da fare la spesa.
Lo smalto è sulle unghie un po’ anche sulla pelle, rimediamo gli sbaffi, che non è bello vedere, pensa se ricevo un invito improvviso.
“Sì va beh, scema che sei, dove vuoi che t’invitino a un ballo su Skype?”
“Che mi metto domani per uscire? Gonna o pantalone? Leggings? Mascherina e guanti, quelli non posso mancare sono l’outfit del momento”.
Che palleeee, che palleeee, che palleeee, rivoglio i miei giorni caotici, le mie sclerate e i miei mugugni insensati, la mia allegria e la voglia di andare altrove.
Che giornata stravolta oggi ho sentito tre sirene, chissà come si devono sentire quelli che non riescono a contarle, e Pasqua si avvicina e chissà quanti vorranno andarsene al mare, senza pensare agli altri, egoisti senza rispetto.
Anche le zanzare ora sono compagne di queste giornate, le conto e le lascio fare, chissà che si possa diventare amiche.
Il cellulare è in tilt, i messaggi sono un fastidio incessante, bufale qua, bufale là, ma andate a cacà.
Oggi è una giornata distorta, meglio se chiudo e mi metto a letto, ma siamo matti? Stasera ho da fare, ho da leggere un libro che parla di storia.
“Che storia?”
“E che ne so, lo devo ancora incominciare”.
Boom…Boom…Boom…mi cadesse la vicina in salotto, avrei qualcuno con cui disquisire sulla precarietà della vita.
Fioralba Focardi