Intervista a Daniela -Gabbiano- Bertini

Oggi andiamo a conoscere Daniela Bertini -Gabbiano- Professione Insegnante ma…lo scoprirete leggendo l’articolo.

Ciao Daniela, come stai e come vivi questa clausura?

La vivo come tutti, credo, come un dovere, una costrizione utile, cerco di valorizzare i lati positivi: non siamo malati, sono in famiglia, abito in campagna, approfitto per rallentare e pensare ai nuovi progetti…

Tu sei una dona eclettica, insegni e organizzi spettacoli, soprattutto per bambini. Come è nata questa passione?

Sì, diciamo che non sono facilmente ‘contenibile’, mi definisco una animAttrice: lettrice, attrice, animatrice, anche quando insegno ai miei alunni, della scuola primaria. La passione per il teatro è nata dalle superiori: mi avvicinai al teatro grazie alla scuola e grazie a diversi spettacoli che vidi  al tempo. Da lì decisi di iniziare un percorso a Livorno, dove ho seguito il mio primo vero corso di teatro con la bravissima e compianta Maestra Enzina Conte , che ha davvero costruito le fondamenta del mio fare teatro  con la sua professionalità, umanità e serietà. I suoi corsi di dizione sono conosciuti in tutta Italia! Da Pisa, sono andata a Livorno per tre anni di corso, tutte le settimane, più i giorni delle prove per gli spettacoli di fine corso. È stato un periodo impegnativo ma molto bello e fondamentale per la mia crescita, come ‘attrice’, seppur amatoriale ( ed orgogliosamente amatoriale) ma anche come persona.

Tu ti travesti in scena, crei tu gli abiti?

Mi piace girare per i mercatini e per i negozi di  costumi che ci sono in zona, a Pisa sono la cliente più gradita (me lo dico da sola!) della Costumeria Priscilla . Hai presente quelle donne che , appena riscuotono la tredicesima, vanno a fare shopping  nei negozi del centro ? Ecco, io non c’entro niente. Io mi catapulto nel negozio di costumi e mi metto a cercare nelle ceste i costumi più strani e colorati per le mie scorribande nelle strade e sui palchi. Perché una delle cose che amo di più è praticare il ‘teatro di strada’, grazie alla mia Bici delle Storie.

È importante in questo periodo far comprendere ai bambini, il motivo per cui stiamo chiusi in casa? Per molti genitori è difficile questo. Tu hai organizzato qualcosa?

Ho avuto un momento di impasse iniziale, ho preso molto seriamente la questione sanitaria per cui mi sono proprio chiusa in casa, con la famiglia, stretta negli affetti. Poi, piano piano mi sono cercata una mia serenità, dovuta al comportamento ligio alle regole e alle direttive, che le persone a me vicine hanno tenuto, e che io stessa ho tenuto, quindi mi sono guardata intorno, soprattutto sui social, mi è stato chiesto di realizzare delle letture on line per bambini ricoverati in ospedale, realizzate tramite  delle video chiamate, per un bellissimo progetto di due associazioni di Milano  (Amici della Mente e Bright Academy)  e poi anche per Emergency, beh, a quel punto ho vinto le mie resistenze e sono partita  con le letture, e ora non mi ferma più nessuno. È vero che il rapporto diretto coi bimbi, col pubblico in  generale, è insostituibile; io, poi, ho proprio bisogno di percepire la reazione, il respiro di chi mi sta davanti per ricaricarmi, però devo dire che pensare di avere dei bambini dall’altra parte dello schermo che traggono beneficio da quello che sto leggendo e recitando, mi aiuta molto  !

So che sei distratta e spesso perdi l’agenda, sono situazioni che mettono ansia, ma credo che tu la butti a ridere, sbaglio?

Sono ormai famosa per la mia confusione stabile. Ci convivo. È una dote, dicono, dei creativi. Sarà vero? O sarà solo caos?

 Tu hai anche un’associazione, vuoi parlarcene?

L’associazione di cui sono presidente e Direttrice artistica si chiama Il gabbiano, dedicata al Gabbiano Jonathan Livingston: si occupa di teatro, animazione, cultura e solidarietà. Ci mettiamo a disposizione con i nostri spettacoli per organizzare eventi benefici e raccolte fondi, collaborando anche con professionisti del settore, attori, registi, e altre professionalità del mondo della cultura e dell’arte.

Progetti per quando torneremo alla semi-normalità?

I progetti non si sono mai fermati. L’emergenza ha  bloccato le prove ‘ in presenza’, ma stiamo comunque lavorando seppure a distanza, su ben tre progetti molto importanti, che rientrano in un finanziamento della Fondazione Pisa . Lo spettacolo ‘La sposa guerra’ di Annick Emdin, che avrebbe dovuto andare in scena proprio il 7 marzo, poi uno spettacolo e un laboratorio che abbiamo organizzato e che porteremo avanti appena possibile con la regista, drammaturga e attrice Cristina Sarti, che  abbiamo l’onore di avere come collaboratrice da qualche tempo, e che speriamo continuerà ad aiutarci a crescere con la sua professionalità e sensibilità; lei ci dirige nello spettacolo ‘ Seconda Possibilità’ ( basato su un testo di Anna Chiara Giordani) una storia di bullismo, che io interpreto con il bravissimo Valdo Mori, attore che ha fatto parte della storica Brigata dei Dottori e che si è qui messo alla prova con un genere totalmente diverso,  e , sempre Cristina Sarti condurrà per l’Associazione un laboratorio, che avrà inizio on line, su ‘Edipo a Berlino’ della scrittrice Francesca Veltri . Sono progetti impegnativi, di un teatro non leggero ma che vuole scavare dentro la profondità delle persone e delle storie . Poi , ovviamente, c’è la  Daniela comica che non si fermerà: appena possibile riprenderemo la tournee dello spettacolo ‘’#GREMBIULI E TACCHI A SPILLO’’ (testi di Simona Fruzzetti) , che stava andando alla grande prima dello stop di marzo: storie di delirio abituale di una donna comune tra vita social, impegni familiari e mille altre cose, interpretate dall’autrice del testo in maniera esilarante  e che io mi diverto tantissimo a portare in scena insieme a un bravissimo musicista  M° Luca Erriquez. Di pari passo, vanno avanti altri progetti  rivolti ai bambini, come quello della Bici delle Storie: una allegra e colorata bicicletta che porta in giro libri da donare (book-crossing) e storie da raccontare: seppur con la dovuta distanza dagli utenti/spettatori , crediamo che sia un progetto che potrà riprendere quanto prima.

Com’è stare in casa e fare smart working?

Stancante! Non sono abituata a trascorrere così tante ore davanti allo schermo, non sono abituata a stare tanto seduta …tu che mi conosci, sai che tenermi ferma è un’impresa!

Pensi che la pandemia sia riuscita a migliorare le persone, potremo essere più solidali con i deboli?

Sì, sì, e sì! Ti rispondo con tanti sì, perché ho visto intorno a me tanti gesti di solidarietà, anche piccoli, tra vicini, o grandi, per le associazioni che sono impegnate in prima linea. Gli episodi di intolleranza e crudezza sono davvero pochi.  Credo che ne stiamo traendo una lezione di umanità, di riflessione sul senso delle nostre vite, e che possiamo sperare di uscirne con uno sguardo più vicino al cuore, più vicino a chi ha bisogno. Se ci siamo guardati bene dentro in questi quaranta e passa giorni di solitudine, possiamo solo uscirne con lo sguardo rivolto all’altro, chiunque esso sia.

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