
Ho la gola secca, come se non avessi bevuto da due giorni, colpa del mio respirare a bocca aperta. Scendo dal letto e vado in cucina a bere, maremma su’ i’ ciuho, sono appena le 4 di mattina di un sabato a cui dare ancora come minimo tre ore di sonno. Invece no! Sono qui a respirare, bere, ciondolare senza uno scopo. Maledetta sinusite.
Alle 6 torno a dormire. Ho gironzolato sul web, ho giocato al solitario, mi sono bevuta una bella tazza di latte: direi che con latte e fetta di torta ho fatto colazione.
Vediamo se dormo un altro po’.
“Buongiorno, meno male che poi ti sei riaddormentata!” Mi dice mamma, porgendomi una bella tazza di caffè bollente, e soprattutto me lo ha portato a letto.
“Ti ho sentita stanotte, devi telefonare al dottore, perché così non puoi andare avanti”.
Le devo fare pena, che mi ha portato il caffè a letto, io che dormo come un ghiro, che non mi accorgo di niente quando dormo, ora giro per casa come una sonnambula.
“Mi spiace che ho fatto casino, non volevo svegliarti!”
“No, non hai fatto confusione, ero sveglia perché quel coso lì,” accennando al cellulare, “si è messo a suonare”.
“Non ho sentito, ma avevo chiuso tutte le porte per paura di svegliarti”.
Scendo dal letto, guardo l’ora e per fortuna ho dormito almeno tre ore, c’è da fare un po’ di spesa, così mi preparo, e via verso la coda.
WhatsApp manda il suono alle cuffie della chat di mio figlio, c’è scritto -Vecchia che dormi ancora? – Con allegato un selfie mentre è in bicicletta.
Quanto è bello il mio bimbo, sorrido da sotto la mascherina, orgoglio materno.
Devo dire che è stato sempre un bel bambino, e le maestre lo adoravano, dovevo brontolare io perché non gli usassero troppe gentilezze.
Era in seconda elementare, e parlando con la maestra di matematica, venne fuori di una marachella che lui aveva fatto. Rimasi sorpresa perché del fatto non sapevo niente, e quando chiesi cosa avesse fatto mi rispose, dopo avermi spiegato il misfatto: “ L’ho sgridato io, e non ho fatto la nota, come si fa è così bello”.
Ma come, pensai, io gli dico che nella vita dovrà imparare a cavarsela usando l’intelligenza, e questa lo giustifica perché è bello?
“Signora maestra, le chiedo una cortesia, lo dica a me che è bello, ne sarò felicissima, ma gentilmente se il bambino si comporta male, mi chiami, e se deve essere ripreso lo faccia, senza giustificazioni, vorrei che crescesse sapendo che si ottiene nella vita solo con il lavoro, lo studio e l’intelligenza, e che la bellezza non è un facile lasciapassare”.
Ero alquanto arrabbiata, e la maestra capì per fortuna la mia argomentazione.
Stacco dai ricordi, è arrivata la notizia che è stata liberata Silvia Romano, sono felice e commossa, immagino la felicità della famiglia, il sollievo che questo incubo è finalmente finito, e che tra poche ore potranno rivedere la loro figlia.
Sara che domani è la Festa della Mamma, sarà che questo periodo sono emotivamente fragile, mi metto a piangere, è come quando martedì ho riabbracciato mio figlio dopo due mesi, posso immaginare come sarà l’abbraccio di quella madre dopo due anni? Forse no!
Ecco i mobili che vengono spostati sopra la mia testa pensante, e il salta picchio è pronta per la sua leggera acrobazia, che volete farci ognuno ha la sua croce, la mia è quel boom…boom…boom…serale che mi ricorda puntuale che tra mezz’ora si va a cena!
Fioralba Focardi