
“Stanotte hai dormito!”
“Ho dormito sì, non tutta la notte, ma sì ho finalmente dormito!”
Sabato mattina, è già migliore come inizio. Le medicine hanno fatto effetto subito, anche se il naso è ancora rosso, gonfio, e tappato, ma almeno si sta attenuando la sensazione di fastidio.
“Non hai preso lo zucchero, lo sai che devo fare le frittelle!”
Vero, lo zucchero, me ne sono dimenticata. Esco c’è poca coda per fortuna, compro anche qualche cosetta così un po’ sfiziosa da sgranocchiare mentre scrivo, sono decisamente golosa lo so!
Le frittelle perché stasera a cena c’è mio fratello, e come le fa mamma “le frittelle non le fa nessuno”.
Con mia cognata ci divertiamo a prenderli in giro mamma e figlio, ma la mamma è sempre la mamma.
Jacopo mi ha mandato una foto, va in bicicletta per le colline, finalmente può riprendere un’attività che ama, e poi deve rifarsi il fiato.
Anche io dovrei riprendere a camminare, ma ho quella strana sensazione di disagio, non so come mai ma mi capita di sentirmi spaesa, inadeguata, ho paura di me o degli altri? Mi chiedo come mai, mi prenda questa fobia. Forse devo solamente riabituarmi alla normalità.
Certo che in soli due mesi, questo cambiamento è incredibile, ma forse è così per molti?
Devo impormi di uscire e riprendere le mie abitudini.
Forse è anche il disagio di non aver ancora ripreso a lavorare, in vita mia non ho mai passato due mesi, senza lavorare, a parte quando ho partorito, e dopo l’operazione che ho subito nel 2011, per il resto ho sempre lavorato, e questa cosa mi mette a disagio.
Certo vivessi di rendita non avrei di questi problemi mentali, mai come oggi, nella mia situazione di separata, il lavoro è fondamentale.
Ecco, pensandoci è proprio questo che mi fa paura, che mi mette a disagio, e che comporta disagio, fa paura il non sapere cosa accadrà tra qualche mese del mio posto di lavoro, è che alla mia età non è semplice pensare a nuovi posti di lavoro, sono più vicina alla pensione che a un nuovo inizio lavorativo.
Devo smetterla di essere così logorroica, ci vuole fiducia, ci vuole speranza, ci vuole consapevolezza che ce la posso fare.
Di là in cucina c’è un profumo di frittelle che si spande per la casa, certo che ha dovuto preparare due impasti, uno normale, l’altro per le intolleranti o come dicono Jacopo e Edo: “per le due malaticce” che sarebbero la sottoscritta e mia cognata Caterina. Entrambe intolleranti al lattosio e al glutine.
Oggi sto davvero meglio, respiro davvero meglio, e la testa è decisamente più libera, c’è anche il sole oggi, domani credo che uscirò un po’.
Non ho scritto molto oggi, ma ho letto quello sì, sto cercando di fare un disegno, vediamo se riesco a liberare la fantasia.
Ci sarà da ridere più tardi, quando la saltellante vicina si paleserà in tutta la sua leggiadria, stavo pensando che potremmo organizzare una seduta di fitness in salotto: ‘saltellare…saltellare…saltellare…
Ma lei è più da boom…boom…boom…
Fioralba Focardi