Cronaca LXI sessentunesimo giorno e ultimo del diario di questa quarantena

Oggi è domenica diciassette maggio duemilaventi, oggi uscirò per andare a passeggiare, oggi inizia una nuova fase, con mascherina a seguito.

Ho deciso che la cronaca è tempo di riporla, siamo nella fase due, e allora devo iniziare a rincorrere nuove prospettive.

Sceglierò ancora la scrittura, sceglierò ancora la poesia, la musica e l’arte, sceglierò con cura ogni passaggio da disegnare, perché è vivendo con consapevolezza si può crescere.

Rileggerò i miei stati d’animo, chissà se anche a voi sono piaciuti, per me era un modo di esorcizzare la paura di un nemico difficile da combattere.

Le polemiche, i morti, la salute messa a repentaglio, i pregiudizi, le idiozie dette da chi aveva paura ma esorcizzava negando l’evidenza, saranno un ricordo? Oppure come dicono gli esperti dovremo ancora vedere nuovi picchi di questa pandemia?

Se la storia di tutte le epidemie si ripeterà, avremo ancora morti, dolore, miseria.

Ma forse oggi che abbiamo molte più possibilità di conoscenze mediche, possibili soluzioni si potrebbero palesare in breve tempo.

Oggi è domenica, e sono uscita per andare a passeggiare in centro, la mia città splendeva sotto i raggi del sole, e il respiro da sotto la mascherina era caldo.

Sto bene, mi sento piena di energia, ho camminato tanto.

Chissà come sarà tornare a passare le porte dei musei, e fermarsi a guardare le opere, sapendo che ci hanno aspettato?

Volevo andare al Piazzale Michelangelo, ma l’autobus mi è passato da sotto al naso, ancora non ho le gambe e il fiato per riprendere le mie sane abitudini, volevo ammirare Firenze da lassù e poi scoprire se il biancospino è fiorito, colorando i viali del bianco delle sue corolle.

Ci tornerò, piano piano ci tornerò, e poi da lì seduta sulle gradinate guardare il tramonto incendiarsi sui tetti e monumenti della mia città.

Saluto la mia vicina salterina, di sicuro continuerà ancora a saltellare sulla mia testa, presto anche lei riprenderà la sua normalità, intanto con malinconia metto in soffitta il suo boom…boom…boom…

Fioralba Focardi  

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