Punto IV- Eva e Ipazia

Eccoci qui a parlare ora, di una donna incredibile e fuori dal comune, una donna che eguagliava per cultura e intelligenza i sapienti del tempo in cui ha vissuto: ahimè brevemente.

Cirillo, già il nome: Cirillo, un handicap notevole, aveva pure dalla sua una feconda gelosia, che lo volle promotore di un’atroce morte per la matematica, filosofa, insegnante. Guardate parlo di gelo-sia, perché per voi che mi ascoltate signori miei è più semplice comprendere e andare a fondo del fatto, invece se vi parlassi di religione e dispute teologali, vi mettereste sulla difensiva mentale che porta questo argomento. Vero è che la condanna e poi l’esecuzione di Ipazia, è stata una concomitanza di pensieri distorti.

Signori parliamo di una Persona-Donna con capacità intellettive uniche, a cui i fedelissimi di Cirillo hanno dato una morte atroce!

Chiamatelo come vi pare, omicidio, femminicidio, è e rimane un cannibalismo mentale, che ogni santo giorno continua da millenni a mietere vittime più o meno illustri.

Ipazia, annientata, smembrata quasi disconosciuta dalla paura, è stata nei secoli quasi dimenticata, rinchiusa in una tomba d’oblio, lei che una tomba non ha avuto.

È grazie all’Illuminismo che questa Persona-Donna Ipazia ha avuto gli onori della storia, in un secolo dove le menti si aprivano sia culturalmente e politicamente a nuovi orizzonti, le donò nuova vita, per poi nuovamente nell’Ottocento ribaltarne il senso giustificando i reati nei suoi riguardi, giustificandoli con il terrore della stregoneria. 

Ma per favore signori miei, il bieco cinismo di chi vedeva in lei la rivale di dottrine sapientemente esposte, con grazia intellettiva e verbale, era il più bell’esempio di parità fra persone di diversi sessi.

Che poi ne sia stata fatta un’eroina, perennemente giovane e bella è come sempre la mala fede di chi non sa tacere all’ambiguità di queste ingiustizie.

Fioralba Focardi

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