
La luce filtra dalle tende, i rumori sono leggeri, guardo l’orologio sul display sono le7, giù in sala la colazione è pronta dalle 7 e 30, ho tutto il tempo per prepararmi.
Nel pomeriggio dovrò presenziare all’evento per cui sono a Parigi, il completo verde smeraldo è in gruccia da ieri sera, devo solo tirare fuori gli accessori.
Indosso una gonna azzurra a fiori con un top nero, scarpe da ginnastica perché dovrò camminare molto, e scendo a far colazione.
Il portiere oggi è un altro, non parla italiano, ma è decisamente gentile e molto carino.
La colazione è ottima e molto abbondante.
Pronta per uscire, il bel portiere mi chiede dove sono diretta, inizia un dialogo divertente e proficuo perché comunque riesce a farsi capire e io imparo nuove parole in francese.
Direzione Notre Dame, scendo dal metrò, molto prima della fermata che mi porterebbe alla basilica, ma voglio camminare e percepire ogni sensazione che può darmi questa città.
Così mi ritrovo lungo la Senna oltre alla cartina ho anche il navigatore che ogni tanto uso per orientarmi meglio.
Devo dire che nel 2015 non era il meglio che potesse esserci, il cellulare era normale anche se sufficientemente adatto alle mie esigenze.
Mi oriento abbastanza bene, e lungo il fiume ho capito che dopo potrei arrivare seguendo la direzione opposta anche al Louvre, infatti Notre dame sorge sull’isola da cui accedo da Pont Notre Dame.
Peccato avere solo tre giorni a disposizione, posso solo guardare da fuori i monumenti, troppe code e poche ore a disposizione.
Notre Dame mi appare austera, diversa ovviamente dalle solite chiese che sorgono sul suolo italiano.
Mi ritornano in mente le parole di Josephine, piccola, molto piccola.
La sensazione che provo è di stupore, in effetti rimango delusa, sarà che nei film sembrava molto più grande, non so come mai ma quel giorno l Cattedrale non si può visitare, in compenso si può visitare il giardino intorno dove ci sono diverse piante officinali e statue: tra le quali una raffigurante Giovanni Paolo II.
È quasi mezzogiorno, e mi avvio verso il Louvre, nemmeno lì potrò entrare, ma almeno potrò osservare la famosa piramide di cristallo che ha suscitato molte critiche.
Seguo un percorso alternativo a quello che avevo programmato, ma qui ogni cosa attrae la mia curiosità visiva, e come sempre trovo persone gentilissime che mi danno informazioni, un signore mi suggerisce appunto di passare per Quai des Grands Augustins, mi strizza l’occhiolino e mi fa capire che dovrò attraversare un ponte magico, il ponte degli innamorati.
Vedi tu al tipo devo sembrare innamorata, o, forse, probabilmente potrei aver bisogno di esprimere un desiderio.
Comunque, la giornata è calda, e tutto intorno c’è l’essenza che mi piace, arte, storia, e il mio stupore.
Arrivo al famoso Pont, ma non è “des Arts” ma è “Pont Neuf”, entrambi hanno una particolarità i lucchetti appesi alle grate del ponte. Poi mi spiegherà il portiere: quello bello, che il Pont des Arts, in quei giorni lo stavano sgombrando dai lucchetti.
Una volta dall’altra parte, mi avvio verso il Louvre, il tempo passa e devo tornare all’Hotel, alle 16 e 30 devo essere al theatre de dix heures a Pigalle.
Continuano le emozioni, varco la soglia del cortile del Louvre e rimango a bocca aperta per un minuto. Gironzolo e mi dirigo verso la Piramide mi siedo e la guardo brillare, foto tante foto, rimarranno a ricordo di questo viaggio, so che dovrò tornare, perché questi giorni sono stati solo l’antipasto, rimane la fame di conoscenza e di stupore nel conoscere nuove prospettive d’arte.
M’incammino verso l’hotel, lungo la senna trovo un posticino dove fare uno spuntino, e poi via di corsa devo prepararmi per il pomeriggio di gala.
Continua…
Fioralba Focardi