Recensione “Lettera alla sposa” di Licia Allara

Lettera alla sposa, di Licia Allara è un bel racconto in cui i vari personaggi hanno un vissuto che non gli appartiene.

Un giorno di novembre, una chiesa in un piccolo borgo, un paesaggio mozzafiato tra il mare e le colline, e lei la sposa che sta per coronare il suo sogno d’amore.

Licia ci porta in un luogo da fiaba, suggestivo e romantico, prendendo per mano alcuni ospito che fanno da cornice a questo giorno.

Ognuno di loro ha una vita fatta di apparenza, volutamente o inconsapevolmente scelta.

In quanti si ritroveranno, nell’organista, nel fioraio, nello sposo, o nella sposa, ognuno con una storia personale che si scontra con la percezione dell’io più intimo e prezioso.

Possibile che si sceglie sempre per compiacere gli altri?

Ci vuole coraggio a sentirsi pronti a cambiare la propria esistenza, lasciando indietro ogni barlume di umana ragione? Perché è proprio lì che si va a scontrare spesso la percezione che abbiamo.

La razionalità è un limite alle nostre aspirazioni?

Lettera alla sposa, è una riflessione su scelte fatte, quelle scelte che hanno condizionano la vita, vita vissuta all’ombra di rimpianti.

Ecco che allora arriva qualcuno nel giorno all’apparenza perfetto che sconvolge, e come un temporale estivo porta refrigerio e una limpida visone di ciò che forse deve essere fatto.

Lettera alla sposa di Licia Allara, è un bel libro, a tratti poetico, a tratti intimistico, una lettura scorrevole e piena di domande, a cui ogni lettore potrà dare le giuste risposte.

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