
Chiacchere sotto l’ombrellone.
Capita che dopo aver fatto il bagno, cerchi di metterti al leggere, sdraiata a pancia in giù, sul tuo asciugamano, ma intorno a te la spiaggia si affolla, e le chiacchere si moltiplicano.
Allora lasci che le onde del mare ti catturino.
Ma la mattina è troppo bella, e l’acqua così invitante che ti rituffi in acqua, lasciando le chiacchere e lasciandoti cullare resti in balia dell’acqua cristallina.
Poi arriva anche quell’abbiocchetto delle due come quasi sempre succede, e rieccoti sotto l’ombrellone, cercando di dormicchiare un po’, ma niente.
Le chiacchere sono aumentate come le persone: alla faccia del distanziamento.
E se mi mettessi a origliare? Così tanto per passare il tempo?
Nel frattempo, davanti al mio asciugamano, si sistemano un gruppetto di ragazzi, avranno dai venti ai venticinque anni, e ridono rumorosamente. Il loro dialogo è basato molto sull’aperitivo che delle diciannove, si ritroveranno con altri amici. Ad un certo punto arriva un altro giovanotto, e gli altri lo accolgono dicendogli: “Guarda in là in fondo chi c’è”. Il ragazzo alza gli occhi e osserva il gruppetto di ragazze, a mezzogiorno si che erano sistemate dietro di me.
Quelle che parlavano e non mi facevano concentrare sulla lettura.
“Che faccio,” dice agli amici, “la vado a salutare?”
“Sei matto?” Gli rispondono in coro, “lascia che sia lei a venire a cercarti”.
Lascia che sia lei a venire a cercarti!
Ecco che mi ritornano alla mente alcune frasi, delle ragazze che avevano interrotto la mia lettura, parlavano proprio sul fatto del rincorrere o meno l’oggetto del loro interesse.
Da donna, mi viene il sospetto che le cose siano cambiate, all’uomo oggi piace essere inseguito, non è più “il cacciatore”, vuole essere “la preda”.
Messa così, ovviamente è la solita frase stereotipata che rende giustizia al maschilismo.
E penso che spesso, con le mie amiche, si parli proprio di questo: conosci un uomo, si fa avanti, scambi battute, cellulare, poi sparisce aspettando che tu lo cerchi.
E poi ovviamente per molte finisce lì la cosa, perché se lui non chiama, una donna “che se la tira” questo è il pensiero dell’uomo, non merita tempo, la donna dicevo non chiama, ma non perché “se la tira”, ma per quel fatto di civetteria, che è innata in noi, essere corteggiate è un piccolo vezzo che ci contraddistingueva.
Tempi moderni o solo paura di avere un rapporto più o meno duraturo?
Come donna emancipata mi può anche andare bene, ma come donna che ha un lato femminile è certamente una perdita in tutto questo sovvertire i ruoli, abbiamo perso a mio avviso l’intrigante fase del corteggiamento spesso voluto da noi, anche se avevamo sempre lasciato credere ai maschi di essere loro a fare la scelta.