Storia in cerca di un finale (5 Parte)

«Cosa non so di te? In fondo in questi dodici anni abbiamo tra alti e bassi  studiato insieme, vissuto insieme, lavorato insieme, litigato, fatto l’amore e anche pianto insieme».

«Qualcosa ho tenuto per me, sai?»

La donna si morde le labbra, lo fa sempre quando è perplessa. Si tocca i capelli attorcigliando una ciocca al dito segno d’insicurezza, ha paura di ascoltare, paura di soffrire nuovamente. Non ha smesso di amarlo, e non vuole ricaderci tutta vestita di nuove speranze. Serra le labbra con forza.

«Dai racconta quello che non so».

«Non fare la sarcastica, non ti si addice, riservalo ai nostri compratori questo tuo modo improbabile di essere».

Le strappa un sorriso e una carezza.

L’alba sta trasformandosi tra un paio d’ore sarà mattina, e gli ospiti dell’hotel si riverseranno in spiaggia.

«Forse è il caso di andare in camera, e di trovare il modo di trovare un abbigliamento adatto, non voglio essere petulante ma non hai pensato a questo piccolo dettaglio».

«Vero, ma non è bello tutto questo? Non ci riporta ai vecchi tempi?»

«Sì!»

«Allora sorridi ti prego, e non sciupare questi momenti con  abiti e paure che non ci appartengono. Troveremo il modo di fare tutto, e soprattutto troveremo un luogo dove parlare tranquillamente».

La prende per mano, non sa cosa accadrà, ma è ora il momento giusto, per riprendere il suo amore. Lei è rimasta sempre anche dopo tutto quello che è capitato, la notte passata gli ha fatto capire che c’è ancora una speranza per loro.

Prendono la coperta e si avviano nell’atrio dove un portiere ormai a fine turno, li accoglie tra un sorriso e un mezzo sbadiglio.

«Tutto bene signori?»

«Buon giorno, dormito benissimo, i lettini sono comodissimi. Sa dirci dove potremmo trovare un negozio di abbigliamento, non abbiamo cambio con noi».

«In effetti lo avevo notato, di fianco al bar in fondo al corridoio di destra c’è una boutique, però apre alle 10».

«Ottimo aspetteremo, ora saliamo in stanza, a che ora si può fare colazione?»

«La sala è aperta dalle 7 alle 9.30, il vostro tavolo è contrassegnato suite».

«Grazie».

«Grazie».

«Grazie a voi e buona giornata signori».

Il portiere li guarda avviarsi all’ascensore, sorride scuotendo la testa, quella gli mancava, ma un po’ di romanticismo non guasta.

«Quella di parlare solo tu non l’hai persa è?»

«E dai, ti è sempre piaciuto l’uomo premuroso stile gentil uomo, ammettilo».

Le porte dell’ascensore si apro, la donna prima di entrare gli fa una linguaccia…

Continua…

Fioralba Focardi

10 Comments

    1. Infanti…però loro comunque sono rimasti insieme sul lavoro…chi sarà stato di due il più paziente, più deciso a far funzionare la società? E poi quel figlio che lui non sa più dove sia? Ehhh tante strade da sondare ed elaborare..
      Con questo caldo…la vedo dura! 😉

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