Tutta colpa di Pachelbel

La noia beffarda, coglie sfumature in bianco e nero

Tasti di un pianoforte malinconico

Giorno apatico e invernale.

E il sole leggero, se n’è andato altrove

Lasciando scie di nuvole scure.

Infreddoliti pensieri, sconfinano

Su precipizi di ieri, erano belli alcuni

Si andava al cospetto dei giorni

Inconsapevoli di essere sul vuoto di tempi vuoti.

Pachelbel vibra il suo Canon in D Major

Nella mia stanza semi buia

Trasmuta l’apatia di questa serata annoiata

Sulle punte danzanti di un Pc

Compagno di visioni poetiche

Ancora da razionalizzare.

Eh… ci vorrebbe la luna adesso

Veramente ci vorresti tu

Qui, adesso, ora, a fomentare le fantasie

Forme astratte di una metamorfosi

E improbabili dialoghi di due chimere.

Fioralba Focardi 03/01/2021

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