
Come faccio a non amarti Firenze mia, stare lontana dalle tue strade non è possibile.
Oggi ho deciso di mollare tutto e incamminarmi verso il Piazzale Michelangelo, quanti mesi che non lo facevo, quanti mesi in cui le mie camminate erano sempre rimandate, vuoi per il lavoro, vuoi per i vari divieti.
Oggi c’era un bel sole a rallegrare la città, così mi sono fatta un po’ di km lungo il iale che da Porta Romana porta al Piazzale, poi dato che mi mancava il fiato (devo recuperarlo) ho preso l’autobus e sono scesa in via Nazionale proprio in centro.

C’erano un po’ di persone, ma distanziate tra loro, ma io osservavo i negozi, aperti, chiusi, e sono arrivati i ricordi.
In quella zona ci sono nata, ci ho vissuto fino ai dieci anni, ed ecco il bar quello che esiste da prima che nascessi, era aperto, lì ci incontravo già adulta molti miei conoscenti di allora, e anche se ero già adulta mi riconoscevano, che strano, forse non sono cambiata da quella terribile monella che ero allora.
Anche la mia maestra Margherita ho incontrato un giorno, erano passati più di 15 anni e fu lei ad avvicinarsi e a dirmi: “Fioralba non mi saluti? Non ti ricordi di me?”
A volte i luoghi giocano brutti scherzi, materializzano i ricordi, ti fanno tornare a quei tempi dove non c’ertano posto per le incertezze e le disavventure che sarebbero arrivate crescendo.
Come non amarti Firenze mia, ogni angolo di te mi ricorda la bellezza creata dall’uomo e dalla natura, le persone che ho amato, che ho perso ma che non scorderò mai.
