
28 gennaio 1475, Giuliano de’ Medici dedica la sua vittoria nella giostra dei cavalieri a Simonetta Cattaneo (la Venere del Botticelli)Giuliano e Simonetta, platonico amor cortese o ardente passione? Simonetta era bellissima, riconosciuta come una delle donne più belle del suo tempo, resa immortale dalla penna dei poeti e dal pennello dei pittori. Giuliano era il fratello minore di Lorenzo de’ Medici, destinato, insieme al “magnifico”, alla guida di Firenze.
Brano tratto da “La Diva Simonetta – la sans par”
«Ecco la madrina della Giostra di oggi. La Diva Simonetta: la sans par» declamò ad alta voce tra gli applausi della gente.
Simonetta era ormai conosciuta da ogni fiorentino, sia che appartenesse dagli alti ranghi sia che provenisse dal popolo.
Era amata da tutti per la sua bellezza ma anche per il carattere affabile e la gentilezza d’animo, trovandosi spesso tra la gente comune a parlare amichevolmente del più e del meno.
Il popolo sapeva che la signora si era trovata negli ospedali, nei mercati rionali, durante le funzioni religiose, a parlare direttamente con la gente più umile, ne aveva conosciuto il carattere amabile e l’alone della sua gentilezza e cortesia la circondava quando si faceva il suo nome.
O chiara stella, che coi raggi tuoi
togli alle tue vicine stelle il lume,
perché splendi assai più che ‘l tuo costume?
Perché con Phebo ancor contender vuoi?Forse i belli occhi, quali ha tolti a noi
Morte crudel, che omai troppo presume,
accolti hai in te: adorna del lor nume,
il suo bel carro a Phebo chieder puoi.O questo o nuova stella che tu sia,
che di splendor novello adorni il cielo,
chiamata essaudi, o nume, i voti nostri:leva dello splendor tuo tanto via,
che agli occhi, che han d’eterno pianto zelo,
sanza altra offensïon lieta ti mostri.Lorenzo De’ Medici