Villa Adriana, scoperto il triclinio acquatico per la colazione dell’imperatore

Lusso, calma e voluttà. Quasi una sintesi perfetta (presa in prestito dal famoso quadro di Henri Matisse) per l’estro architettonico di Villa Adriana a Tivoli che ancora una volta sfoggia virtuosismi anche negli angoli più intimi. Lo dimostra l’ultima scoperta di un ambiente incastonato nel cosiddetto “Palazzo”, l’area più antica della Villa, quartiere residenziale dell’imperatore, luogo delle prime sperimentazioni architettoniche e ingegneristiche. Gli archeologi guidati dal direttore Andrea Bruciati lo definiscono come «il triclinio acquatico per la colazione». E davvero la “ Colazione da Adriano” doveva avere una suggestione tutta particolare. Altro che “ Colazione da Tiffany”. Delizie di prima mattina da degustare in una vasta stanza con il pavimento ricoperto d’acqua.

L’isola al centro emergeva con l’effetto di galleggiare una ampia piattaforma di marmo, raggiungibile da un sistema di passerelle meccaniche che all’occorrenza venivano rimosse per amplificare lo spettacolo dell’isolotto riservato al banchetto mattutino della coppia imperiale. La sala, dalla planimetria semicircolare, che dobbiamo immaginare chiusa, coperta da un sistema di volte, era accessibile da altre quattro camere, ciascuna dotata di una latrina singola, privata, anch’essa riccamente decorata: «Dettaglio non da poco, perché testimonia come questi ambienti fossero riservati all’uso imperiale», commenta Bruciati.

Luce e acqua. Ma non finisce qui. L’elemento acquatico era davvero il protagonista. Alle spalle dell’imperatore, infatti, sull’alta parete concava venivano azionate due fontane che facevano sgorgare zampilli d’acqua, mentre al centro si apriva una vasta finestra per “catturare” tutta la luce di prima mattina. Acqua e luce orchestravano così la scenografia perfetta per giocare con l’immagine dell’imperatore nel suo triclinio privato: «Dobbiamo immaginare l’imperatore posto sulla pedana marmorea che misurava circa quattro metri di lato, circondata a filo dall’acqua che riempiva il resto dell’ambiente – precisa Andrea Bruciati – Alle spalle aveva le due fontane e la finestra da cui entrava la luce accentuando l’effetto delle figure imperiali in controluce. In questo modo, Adriano poteva osservare tutto il resto della sua corte, amplificando la suggestione della sua presenza che poteva essere vista e non vista».

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