1 aprile nasce Edmond Rostand

Edmond Eugène Alexis Rostand nasce a Marsiglia (Francia) il giorno 1 aprile 1868. Poeta e drammaturgo, deve la sua celebrità soprattutto all’opera teatrale Cyrano de Bergerac.

La famiglia appartiene alla borghesia marsigliese; compiuti i primi studi nella sua città natale, Rostand si traferisce a Parigi per studiare diritto. Si iscriverà poi all’ordine degli avvocati, senza tuttavia esercitare la professione.

Nel 1888 scrive il pezzo teatrale “Le gant rouge” (Il guanto rosso); nel 1890 pubblica “Les musardises” (Gli ozi), un volume di poesie.

Il giorno 8 aprile 1890 sposa Rosemonde Gérard, poetessa. Dalla coppia nasceranno due figli: Maurice nel 1891 e Jean nel 1894 (Jean Rostand diventerà un importante biologo e filosofo).

Edmond Rostand nel 1915 abbandonerà Rosemonde per il suo ultimo amore, Mary Marquet.
Da punto di vista artistico ottiene il suo primo successo nel 1894 con “Les romanesques”, un’opera in versi rappresentata alla “Comédie française” il 21 maggio 1894. La “Princesse lointaine” (Théâtre de la Renaissance, 5 aprile 1895) che seguirà, ebbe successo grazie all’interpretazione di Sarah Bernhardt, che avrebbe poi interpretato anche “La Samaritaine” (13 aprile 1897).

Il Cyrano de Bergerac nasce da una richiesta dell’attore Coquelin Aîné, il quale chiede a Rostand di scrivere un lavoro per lui. La prima rappresentazione avviene il 28 dicembre 1897 al Théâtre de la Renaissance e procurerà una gloria immensa a Rostand. Qualche minuto prima della recita Rostand temeva un clamoroso fiasco tanto che nell’occasione avrebbe domandato scusa alla compagnia per averla trascinata in una “avventura spaventosa”. Ma giunti all’intervallo, gli astanti applaudivano in piedi. Persino un ministro sarebbe andato a cercare Rostand dietro le quinte, staccando dalla propria giacca la Legione d’onore per appuntarla al petto dell’autore.

Questa fortunata opera è una ricostruzione romanzesca di un’epoca suggestiva e di una personalità bizzarra e patetica. Protagonista di questo dramma in versi in cinque atti è Cyrano de Bergerac, protagonista che vive nella Francia della metà del XVII secolo. Cyrano è poeta e spadaccino, ama la bella cugina Rossana ma, afflitto da un naso mastodontico, non osa confessarle il suo amore. Rossana invece ama Cristiano de Neuvullette, un giovane cadetto di Guascogna, bello ma poco intelligente. Sarà Cyrano, sotto il balcone della fanciulla a suggerirgli le frasi dolce e seducenti che lo conquisteranno. I due giovani si sposano, ma il conte di Guisa, anche lui innamorato di Rossana, decide di vendicarsi facendo partire per l’assedio di Arras i cadetti da lui comandati e con loro Cristiano e Cyrano. Durante la lontananza, Cristiano invia a Rossana appassionate lettere che Cyrano detta per lui.

Improvvisamente si rende conto che Rossana, senza saperlo, è ormai innamorata di Cyrano. I due decidono di confessarle la verità al ritorno. Ma Cristiano muore e Rossana si ritira in convento: Cyrano, che continua a mantenere il segreto, va spesso a trovarla. Si reca da lei anche il giorno che è stato gravemente ferito a tradimento. In punto di morte si lascia sfuggire il suo segreto: Rossana capisce che il suo amore, attraverso la bellezza di Cristiano, è sempre stato dedito all’anima di Cyrano.

In quel periodo storico, con il suo Cyrano, Rostand aveva saputo dare al romanticismo di Victor Hugo un pittoresco fondo storico, esaltando, attraverso i secoli, l’idea di un carattere nazionale francese, dando ai connazionali traumatizzati dalla perdita dell’Alsazia-Lorena un po’ di sollievo.

Nel 1900 il successo del suo dramma seguente, “L’Aiglon” – interpretazione lirica, in chiave amletica, del dramma del figlio di Napoleone – aprirà le porte dell’Académie française. L’attrice Sarah Bernhardt, all’epoca 56enne, interpreta la parte del giovane, morto di tubercolosi a 21 anni.

Successivamente, e per quasi dieci anni, Rostand si occuperà del suo lavoro più ambizioso e secondo molti il migliore: “Chantecler”, che nel 1910 viene interpretato da Lucien Giutry; anche questo ruolo sarebbe dovuto essere di Coquelin, ma questi morì durante le prove. In quest’ultima opera, per bocca di animali vi sono affrontati in forma simbolica personaggi della vita sociale, problemi del destino umano. Alla sua prima rappresentazione lo spettacolo risulterà un clamoroso fiasco.

Edmond Rostand muore a Parigi il 2 dicembre 1918, all’età di cinquant’anni.

Biografia di Edmond Rostand (biografieonline.it)

Persero un giorno la stella

Perdettero la stella un giorno.
Come si a perdere
La stella? Per averla troppo a lungo fissata…
I due re bianchi,
ch’eran due sapienti di Caldea,
tracciaron al suolo dei cerchi, col bastone.

Si misero a calcolare, si grattarono il mento…
Ma la stella era svanita come svanisce un’idea,
e quegli uomini, la cui anima
aveva sete d’essere guidata,
piansero innalzando le tende di cotone.

Ma il povero re nero, disprezzato dagli altri,
si disse: ” Pensiamo alla sete che non è la nostra.
Bisogna dar da bere, lo stesso, agli animali”:

E mentre sosteneva il suo secchio per l’ansa,
nello specchio di cielo
in cui bevevano i cammelli
egli vide la stella d’oro che danzava in silenzio.

Il gattino

È un gattino nero, sfrontato, oltre ogni dire,
lo lascio spesso giocare sul mio tavolo.
A volte vi si siede senza far rumore,
quasi un vivente fermacarte.
Gli occhi gialli e blu sono due agate.
A volte li socchiude, tirando su col naso,
si rovescia, si prende il muso tra le zampe,
pare una tigre distesa su di un fianco.

Ma eccolo ora – smessa l’indolenza –
inarcarsi – somiglia proprio ad un manicotto;
e allora, per incuriosirlo, gli faccio oscillare davanti,
appeso a una cordicella, un mio turacciolo.
Fugge al galoppo, tutto spaventato,
poi ritorna, fissa il turacciolo, tiene un po’
sospesa in aria – ripiegata – la zampetta,
poi abbatte il turacciolo, l’afferra; lo morde.

Allora, senza ch’egli la veda, tiro la cordicella,
e il turacciolo si allontana, e il gatto lo segue,
descrivendo dei cerchi con la zampa,
poi salta di lato, ritorna, fugge di nuovo.
Ma appena gli dico: “Devo lavorare,
vieni, siediti qua, da bravo!” si siede.
E mentre scribacchio sento
che si lecca col suo lieve struscio molle.


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