18 aprile nasce Ferida Duraković

Nata a Olovo nel 1957, Ferida Duraković si è laureata alla Facoltà di filosofia a Sarajevo nel 1980. Ha pubblicato questi libri di poesia “Piccola lanterna notturna”, “Gli occhi che mi guardano” e “Il cuore delle tenebre”. Scrive anche libri per bambini. Nel 1991 una scelta delle sue poesie intitolata “The Heart of Darkness” viene pubblicata negli USA. Ha ricevuto il premio Found for Free Expression USA nel 1993 e Vasyl Stus Freedom-to-Write Award nel 1999. È Segretario Generale del centro P.E.N. della Bosnia ed Erzegovina. Con il marito e la figlia vive a Sarajevo.
Ha partecipato agli Incontri internazionali di poesia di Sarajevo nel 2002, nel 2005 e nel 2010.

Nel 2015 è stata pubblicata in italiano l’antologia Si paga con la vita (Rovigo, Il Ponte del Sale).

durakovic-ferida-41 – Biografia – Casa della poesia

Come se ci fossi

Né la terra che percorrevo, né carta geografica, né pianta

Esistono più. E allora? Abbiamo noi! Ma, quei noi – dove siamo?

A noi ora occorre: un buco nero scavare finché è ancora giorno

Per arrivare almeno a noi, come a casa, con la canzone

Dei minatori di Husino* che per tutta l’infanzia ci sibila:

Fino ad Amsterdam l’eco del loro piccone arriva.

Si deve vivere in nessun luogo. Come hobbit piantare i piedi nella tempesta,

E attraversare Mordor, e poi avvicinarci al Fato,

Per fermarci, infine, davanti all’Artefice, come il seme

Raro, che i prepotenti gettavano dove volevano,

Non scegliendo stagione, né terreno, né tempo giusto.

Proprio un istante prima di cadere nella gavetta del soldato

Comprendemmo di chi era la mano che ci spargeva a caso

Come una spezia sul suo cibo, come il dado “Vegeta” per la sua zuppa!

In valigia, con la biancheria, ficcammo dentro la lingua, unico tesoro

[dell’anima,

E le foto dei genitori, e dei figli, e partimmo per la battaglia

Contro i mulini a vento che l’aria olandese macinano. Ma, meglio

Così che contro il fratello, contro l’amico, le canne della lingua propria

[puntare

Contro la lingua altrui! Ci dicono: uguali non siamo. Ma per volontà divina

Uguali siamo! Certo non gli stessi! Chi questo non vuole capire

Il canto di Federico

Sui colli del canto ella aspettava
Riscaldando le dita unte sul fuoco delle nostre parole.
I soldati sono partiti dal canto. Ella agitava
Non la falce ma il luccichio della falce nel buio –
Il lampo che divide il nostro cielo in notte e notte.
E lei attenderà: che le sia ripagata l’attesa fuori dal canto.
Camminavano i soldati
Nel canto saltando come nella danza.
A me faceva freddo allo stomaco, alla bocca,
Ai soldati che dissero:
Guerra! A cavallo! Al canto!
Copriti con la tua bandiera nella battaglia e nella tomba!
Noi conosciamo tutte le strade. Tutte sono uguali.
La morte è dietro di noi, vuol dire che ci aspetta
Prima che arriviamo, ognuno nella sua Cordoba.

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