17 maggio nasce Elena Andreevna Švarc

Nata a Leningrado (oggi San Pietroburgo) il 17 maggio 1948. I suoi genitori si sono separati quando era una bambina ed è stata allevata da sua madre, Dina, manager del Teatro Drammatico di Leningrado. Ha avuto un’educazione privilegiata in un ambiente intellettuale e pieno di stimoli, e ha potuto coltivare i suoi interessi poetici sin dalla giovinezza. Ha scritto la sua prima poesia all’età di tredici anni. Ha studiato filologia per un anno all’Università Statale di Leningrado, ma alla fine si è laureata all’Istituto Teatrale di Leningrado nel 1971, per il quale ha lavorato traducendo opere o scrivendone lei stessa.

Nel 1973 le sue prime poesie appaiono sul giornale studentesco dell’università di Tartu, in Estonia; dopo qualche anno, le sue poesie vengono pubblicate all’estero attraverso il Samizdat, perché non le fu permesso di pubblicare un solo verso in patria fino al crollo dell’Unione Sovietica. La censura guardava con sospetto i temi metafisico-mistici, ma comunque non poteva evitare che la sua lirica sperimentale e i suoi versi epici raggiungessero una crescente popolarità, anche se segreta. Ha iniziato così a viaggiare per leggere le sue poesie e presto molti critici si sono interessati al suo lavoro. Le letture personali dei suoi versi erano molto popolari durante la stagnazione di Brežnev.

Verso la metà degli anni Ottanta le sue poesie vengono pubblicate sulle principali riviste letterarie dell’Occidente (in America, Francia, Germania e Inghilterra), e alcune vengono tradotte in inglese. Grazie a questo, Elena Švarc diventa famosa prima all’estero che in Russia. Non deve sorprendere che il suo primo volume di poesie in russo Tancujuščij David (trad. inglese Dancing David), sia stato pubblicato a New York, e che il seguente Stichi (trad. inglese Verses) sia stato pubblicato a Parigi e Monaco nel 1987. Quando finalmente nel 1989 la Perestrojka lo ha reso possibile, la sua prima raccolta di poesie apparsa in Russia, Storony sveta, è stata esaurita il giorno stesso dell’uscita. Da allora, ha pubblicato una raccolta ogni anno.

Nel 1999 ha vinto il premio Northern Palmyra per la letteratura. Quattro anni dopo, ha ricevuto il premio Triumf per la sua raccolta di poesie in due volumi, Sočinenija Eleny Švarc (trad. inglese Collected Works by Elena Shvarts). Nel 2004 è stata insignita del premio Gogol’ per la sua raccolta di prose Vidimaja storona žizni (trad. inglese The visible Side of the Life).

Sua madre, la persona più vicina a lei negli ultimi anni, è morta nel 1998, e nelle poesie di quegli anni si riflettono il dolore e il senso di perdita che ha provato. Ha continuato a risiedere nella sua casa natale di San Pietroburgo fino alla morte.

Elena Andreevna Švarc – Wikipedia

Il ciliegio e Thomas Mann

Aspettami ed io tornerò,
ma aspettami con tutte le tue forze.
Aspettami quando le gialle piogge
ti ispirano tristezza,
aspettami quando infuria la tormenta,
aspettami quando c’è caldo,
quando più non si aspettano gli altri,
obliando tutto ciò che accadde ieri.
Aspettami quando da luoghi lontani
non giungeranno mie lettere,
aspettami

Il moto circolatorio del tempo nel corpo

Questa ragazza è la figlia di qualcuno,
Ha negli occhi acqua azzurra,
Nell’inguine – una sorda notte lacerata
E una stella rosata.

Ma nel suo cuore – che ora è?
Tra il cane e il lupo.
Azzurro e crepuscolare cola il raso
Sotto l’ago conficcato nel centro.

Ha sulla fronte un giardino antelucano –
È avvampata l’alba – ecco ora farà giorno,
Ma è già sulla tempia il tramonto purpureo,
Sulla spina dorsale s’arrampica la notte.

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