
Vicoli stretti e viali alberati quasi deserti, lasciano spazio alle camminate in solitaria.
Vado a 2 km all’ora, la sciatica consente tra uno spasmo e l’altro di fermarsi a guardare il paesaggio.
Penso e rifletto, sul da farsi, il medico boh, dice ci vediamo mercoledì, sti cazzi e io come vivo fino a mercoledì? Certo mi ha propinato pasticche più forti, ma io vorrei andare a fondo della situazione il prima possibile.
Mica per niente, camminare così non mi piace, amo la velocità anche di piede, arrivare dove voglio velocemente e sedermi caso mai e osservare con il respiro un po’ corto, il traguardo che ho raggiunto.
Una bambolina in carrettino mi passa accanto, avrà si e no cinque mesi, guarda e sorride, mentre la mamma la conduce a passeggio.
Sono arrivata al confine del comune, che fare torno indietro o rischio e continuo ancora per un po’ il mio zoppicante cammino?
È caldo e intorno l’aria profuma di primavera e di erba tagliata, qualche scia di fumo qua e là, stanno dando fuoco agli sterpi.
Non passa una macchina, chi è a lavoro e chi resta a casa, lascia spazio alla bellezza incontaminata del giorno, torno a casa, per oggi la passeggiata è finita, domani sarà ancora meglio ne sono sicura, al diavolo anche il dottore!